giovedì 1 marzo 2018

Febbraio 2018


Cari amici,

ad un mese dal nostro rientro in Patria, abbiamo goduto della piacevole compagnia di due famiglie di nostri cari amici padovani con cui abbiamo condiviso una bellissima esperienza keniana.
Vi invitiamo a leggere ciò che uno di loro ha scritto (cfr. lettera di febbraio 2018) perché ci ha emozionato davvero tanto.

A presto!
Buona quaresima

Ilaria e Fabio

martedì 19 dicembre 2017

Natale 2017


Cari amici,

Quest'anno vi mandiamo i nostri auguri con una "letterina" molto speciale: la trovate nella pagina dedicata alle nostre lettere dal Kenya.

Buon Natale a tutti.
Ilaria e Fabio
Tommaso e Edoardo.

domenica 22 ottobre 2017

Ottobre 2017


Ciao a tutti!
Pubblichiamo oggi la nostra nuova "lettera dal Kenya"... piena di festa e di colori!!

A prestissimo
Ilaria e Fabio
con Tommaso ed Edoardo

mercoledì 21 giugno 2017

Estate 2017


Cari amici,

Vi invitiamo a leggere la nostra lettera del mese di giugno, appena caricata nel blog... anche se ormai siamo a fine mese!!

Con l'occasione auguriamo a tutti una buona estate: che sia riposante e, soprattutto, ... lenta.

Un abbraccio
Ilaria e Fabio
con Tommaso e Edoardo

lunedì 27 marzo 2017

Pasqua 2017 - post e lettera




Uno sguardo che comunica amore

Questa è la storia di Susan, una ragazza di 25 anni che vive nella comunità di Betania, una delle due case dell’Arche Kenya a Nyahururu.

Susan è cerebrolesa e nell’ultimo anno è stata per parecchio tempo ricoverata in ospedale per problemi respiratori.

Non può permettersi di prendere freddo. Il freddo la farebbe riammalare e ritornare ad essere debole senza la possibilità di vivere la sua quotidianità (qui la mattina ci sono dai 6 ai 9 gradi), perciò nei periodi più freddi esce di casa verso le 11.30/12.00, quando l’aria è un po’ più caldina e la temperatura più mite, per recarsi ai laboratori del Marleen facendo a piedi circa 3 km in compagnia della sua assistente Dorcas.

Il suo ‘lavoro’ consiste nel fare bigliettini (per Natale, Pasqua, san Valentino, compleanni, feste varie….): stende il colore a tempera su un cartoncino con un rullo di legno creato apposta per lei. Una volta asciugato il colore l’assistente Marion taglia il foglio in varie forme e dimensioni per poi incollarle nei bigliettini a seconda dei desideri di chi li ha commissionati.

Tra i tanti doni che Dio ha dato a Susan, ce n’è uno in particolare che noi ammiriamo proprio tanto: saper comunicare qualsiasi cosa con gli occhi.
La disabilità di Susan infatti non le permette di parlare, perciò tutto quello che vuole dire, lo comunica attraverso lo sguardo.
Si capisce subito se è arrabbiata, triste, felice, stanca… Te lo dice con gli occhi, e gli occhi non sanno mentire…
E sentiamo una vera gioia nel cuore quando vediamo che gli occhi le luccicano dall’emozione mentre balla a modo suo trascinando i piedi sul pavimento e muovendo la testa e il braccio non paralizzato.
Se le si chiede se le piace il suo lavoro al Marleen, lei risponde annuendo e facendo vedere come incarta bene nel cellophane trasparente i bigliettini finiti per portarli poi in negozio pronti per la vendita. La sua assistente dice sempre che Susan è l’unica in quel laboratorio che sa come imbustare i bigliettini nel modo giusto, col logo dell’Arche dietro e i suoi disegni davanti.

Ci siamo resi conto che quando siamo con Susan, riconosciamo in lei il volto di Gesù:

non servono tante parole per esprimere gratitudine verso qualcuno che si prende cura di noi, basta un sorriso sincero;

non servono tanti discorsi teologici per parlare d’amore, dell’amore di un Dio che si prende cura degli ultimi, basta uno sguardo che ti legge nell’anima e che ti apprezza per quello che sei;

non servono tanti dialoghi per tessere amicizie e relazioni se queste nascono dal cuore;

bastano due occhioni, un sorriso e un emozione che vanno al di là di ogni discorso.

Che sia anche per voi una Pasqua di silenzi e di occhi che brillano
perché il Signore è risorto per noi e per tutte le Susan del mondo!

Auguri!

PS - vi invitiamo a leggere anche la nostra "lettera" di marzo

giovedì 29 dicembre 2016

Natale 2016 - post e lettera




“Dammi da bere” dice Gesù alla Samaritana (GV 4, 7) , e Madre Teresa ci invita: “ Mandami qualcuno da amare Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; (…) quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.”



Pensiamo che dopo due anni di missione in Kenya quello che stiamo vivendo sia il dono più bello e significativo che il Signore poteva darci. Proprio quando eravamo più stanchi e più fossilizzati sui nostri bisogni Dio ci ha mandato un bambino di cui prenderci cura. La nostra famiglia si è allargata per il periodo delle vacanze natalizie. Ci è stato chiesto di prendere in affidamento e di accogliere un bambino di cinque anni che vive al Talitha Kum (casa per bambini orfani malati di HIV nata nel 2005 da un progetto del St. Martin CSA). Abbiamo detto di si alla vita, abbiamo aperto le porte dei nostri cuori e della nostra casa a una creatura che non ha mai avuto la fortuna di conoscere il significato dell’amore in famiglia. Ci stiamo accorgendo giorno dopo giorno che non siamo noi a “dare da bere” a lui, ma è lui, nella sua innocenza e semplicità di bimbo, a dissetarci da quella sete di affetto e amore di cui abbiamo bisogno, insegnandoci l’arte della pazienza, la perseveranza, l’andare POLE POLE (in Kiswahili significa ‘piano piano’) e lo stupirsi per le piccole cose.

Con lui, come anche con i nuovi colleghi e amici, nel nostro piccolo pensiamo di aver trovato un modo nuovo di vivere tra la gente: chiamandola a stare con noi, invitandola a condividere esperienze con noi, per farci capire che le priorità della vita sono ben diverse da quelle a cui molto spesso diamo troppa importanza.
Ad esempio nel mangiare: questo nostro nuovo “figlio” ci impiega il doppio del nostro tempo e questo rispecchia quello che succede in tutte le case locali, il condividere un piatto di riso diventa un momento sociale e di scambio. E’ un vero modo nuovo di vivere tra la gente. Stare assieme in cerchio a raccontarsi.
Il tempo che noi utilizzeremmo per il fare, questi nostri fratelli ci stanno insegnando che grazie al cibo diventa un modo di stare e condividere. Imparando anche questa differenza culturale stiamo apprezzando un nuovo modo di relazionarci.
Un altro esempio è insegnargli dal principio usanze e abitudini che per noi sono scontate: l’utilizzo del water e della tavoletta da usare all’occorrenza (qui la gente è abituata ad avere un ‘bagno’ a pochi passi da casa con un buco per terra simile a quella che noi chiamiamo ‘turca’).
Inoltre la perseveranza nel dover dargli ogni 12 ore le medicine per impedire al virus dell’HIV di riprodursi e prevalere su tutto il corpo è paragonabile alla fatica di parlare sempre e solo in kiswahili in famiglia così da rendere partecipe anche lui in tutti i discorsi (e in questo in nostri figli Tommaso ed Edoardo sono i nostri maestri!).

“Venite a vedere” urla la donna Samaritana (GV 4, 29) che vuole condividere con la gente la bellezza dell’incontro che ha appena avuto con Colui che riconosce essere Gesù, il Messia che tutti aspettavano.
 Ce la immaginiamo così questa donna: affannata, di corsa, accaldata, che torna in città per annunziare qualcosa di magico che è avvenuto nel suo cuore e nella sua vita, per far conoscere a tutti il fascino di un incontro che le ha cambiato l’esistenza.
Come lei, anche noi ora vogliamo gridare lo splendore del vivere tra la gente del Kenya che ci sta cambiando prospettive e priorità. Vogliamo raccontare la grazia che il Signore ha voluto farci portando questo bimbo nella nostra casa.
Allora vi invitiamo a gran voce: “Venite a vedere come la Missione possa rigenerare nel profondo; riscoprite la bellezza di vivere tra e con la gente; cercatevi un nuovo modo di rallegrarvi nel Signore!” solo così la nostra società occidentale la smetterà di pensare solo a sé stessa.



lunedì 12 settembre 2016

La lettera di settembre 2016

Cari amici,

Vi invitiamo a leggere la nostra lettera del mese di settembre, appena caricata nel blog.

Con l'occasione auguriamo a tutti un buon inizio di scuola: anche Edo e Tommy hanno cominciato e sicuramente si prospetta un'esperienza positiva e arricchiente x tutti.

Un abbraccio
Ilaria e Fabio
con Tommaso e Edoardo